gli articoli L'Espresso/

Quando il gay detta la linea

30/09/2004

Se è vero che siamo burattini nelle mani di poteri occulti, "La sottile linea rosa" (Foxlife, il martedì sera, produzione Magnolia sul format inglese "Gay Dates by Gay Mates") è un’allegoria della condizione umana contemporanea. Siamo oltre il reality, la tv è pervenuta al "dating show". Prendere una povera ragazza, indurla a scegliere fra quattro potenziali fidanzati, metterla nelle mani di due complici gay, il venditore di mobili Max Viola e il veterinario "Pier" Pupino Carbonelli, che la consigliano, la sconsigliano, dettano strategie di seduzione, naturalmente con la leggerezza frizzantina del gay style. La pupazza nelle mani dei poteri glamour fa quello che può: s’industria, si adegua, si ingegna. I due amiconi, il veterinario e il venditore, parlano come ci si immagina che parlino due gay moderni e ben stilizzati, un certo birignao, ma non troppo, una leggera carica esibitiva, ma leggera mi raccomando. Ciò nondimeno lo show è abbastanza divertente, pur derivando il titolo da uno dei più noiosi (e fastidiosi) film di guerra mai visti, "La sottile linea rossa" di Malick. Abbastanza divertente vuol dire che i due conduttori, quelli che danno la linea, sono abbastanza spiritosi. Abbastanza spiritoso è anche Stefano Gabbana, che in assenza di Dolce fa la guest star del programma e prepara la ragazza-pupazza all’appuntamento decisivo con il boy. Le offre in prestito un vestito da sera disegnato per Catherine Zeta Jones e le consegna una pompa da bicicletta: "Comincerei con una bella gonfiatina alle tette". Proprio come nelle barzellette del dopoguerra, una pompata alla mattina e una alla sera. Ricordando che Dolce e Gabbana hanno curato l’immagine di due estremi del femminino come Nicole Kidman e Simona Ventura, risultano anche credibili le rassicurazioni rivolte a una concorrente culona e con il complesso del didietro: "Ma no, stai tranquilla, se la vedi da vicino anche Jennifer Lopez è così". L’allegoria consiste nel fatto che il mondo contemporaneo è modellato strategicamente dalla cultura antropologica gay, e anche le ragazze devono adeguarsi allo stile prevalente. Figurarsi i maschi, allora, questi bruti da circuire. La sottile linea rosa è talmente sottile che è già stata sorpassata dal trend, dal fashion, dal glamour e dal trash tv. A questo punto, non stiamo a sottilizzare, nè in rosa nè in altri colori.

Facebook Twitter Google Email Email