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Radio fiorello Cult

02/03/2006

Sgombriamo il campo da un equivoco culturale: nonostante le teorie dei critici, fra la televisione e la radio non c’è nessuna differenza. Se si azzera l’audio, la televisione fa ridere; se si azzera il video, come da sua essenza, la radio fa ridere pure. Ossia: fa ridere, e anche sghignazzare, se la trasmissione si chiama "Viva Radio2" (dal lunedì al venerdì alle 13.40, in replica alle 23), programma di Fiorello con Marco Baldini giunto alla terza edizione. E qui bisogna sbilanciarsi. Basta ascoltare una puntata di "Viva Radio2" per capire che siamo ai livelli epocali di "Alto gradimento", lo storico exploit di Arbore & Boncompagni. Anzi, qualche volta meglio, perché la trasmissione di Fiorello è tutta scritta, pensata la mattina per essere realizzata nel pomeriggio, con una prodigiosa qualità di invenzione e di humour. Certo, ci sono anche qui i tormentoni. La telefonata cult a casa dello scrittore Andrea Camilleri, o l’intervento dello pseudo-Minà da Cuba, che ogni volta produce uno sterminato elenco di "eroi": «Io, Fidel, Compay Segundo, Sotomayor, Mario Pastore, Paolo Meneguzzi, Cassius Clay…». Ma forse il lato più divertente del programma sono le performance dal vivo, con le strepitose canzoni di Fiorello (indimenticabile una esecuzione di "Delilah" forse migliore di quella di Tom Jones). Oppure gli interventi politico-canori, il samba napoletano di Silvio Berlusconi, Romano Prodi che accenna l’odiosamata "Roma capoccia"; e l’indimenticabile performance di Bobo Craxi, che ha accompagnato (benissimo) Lucio Dalla alla chitarra mentre quest’ultimo, a Bologna, in macchina, cantava nel cellulare: «Oddio, adesso basta perché ci sono i vigili», e clic. Noi non vogliamo sapere niente di questioni tecniche. Se si prendesse lo "specifico radiofonico" di "Viva Radio2" e lo si trasformasse in uno "specifico televisivo" si otterrebbe uno show tale da cambiare la storia della televisione italiana. Le obiezioni non sono valide: la radio è la radio e la tv è la tv. Storie. L’intrattenimento è l’intrattenimento. C’è chi lo sa fare e chi non lo sa fare. C’è chi può e chi non può. Fiorello può. E complimenti a tutti, autori, collaboratori, regista, assistenti di studio; l’unico rischio è che, ascoltato una volta il programma, si rischia la tossicodipendenza, e incombe la nuova legge equiparante droghe pesanti e droghe leggere. Noi vogliamo la droga pesante: dateci la televisione.

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