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Requiem per Moro

27/03/2008

Domenica 16 marzo è andato in onda lo speciale di Raiuno "Se ci fosse luce sarebbe bellissimo", dedicato ad Aldo Moro. Si tratta dell’ultima frase che Moro scrive alla moglie durante la prigionia nel loculo delle Br. Uno squarcio di speranza, o di attesa, o di disperazione, dal buio della propria reclusione. Il programma, condotto da David Sassoli, ha messo in scena un film di montaggio realizzato da Alberto Melloni, Fabio Nardelli, Federico Ruozzi e Francesca Morselli. Il film di Melloni e del suo gruppo è un "trittico", in cui le immagini di repertorio ripercorrono la carriera politica di Moro, con alcuni dei suoi discorsi principali, contrappuntati dalle sequenze della prigionia e dalle testimonianze successive alla morte. A trent’anni di distanza, le immagini hanno una forza terribile. Nel riascoltare Moro si avverte una semplicità allora non riconosciuta; nelle parole dei leader politici si sente l’incapacità di gestire una politica senza chi l’aveva pensata. Ma soprattutto si percepisce il clima di una "finis temporis", come se la vicenda italiana si trovasse allora davanti a una frattura, a un solco fra due epoche. Un che di luttuoso, ma anche di malinconico e autunnale, avvolge il film, sottolineato dalle note raveliane della "Pavane pour une infante défunte". Si capisce allora che l’Italia non sarà mai più la stessa, e la politica ne porta la responsabilità. Magnifico e terribile, più forte di qualsiasi dietrologia o rivelazione, in quanto mostra la nuda qualità della politica, il film è diventato una mostra che si può visitare in varie città (a Siena, Reggio Emilia, Modena, Bologna, Roma, Milano e altre ancora). s

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