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Sanremo Idol

19/06/2008

Riparliamo di "X Factor", come promesso, non tanto per ridiscutere Simona Ventura e soci, ma perché la formula del programma, sperimentatissima in Italia e all’estero (vedi "American Idol") è irresistibile. Non contano tanto i cantanti quanto la gara. Cioè: conta fino a un certo punto se i protagonisti della competizione, tipo i Sei Ottavi o gli Aram Quartet, sono adatti a immettersi nel circuito della musica commerciale; l’importante è che funzioni il torneo. Tanto per ripescare la notte dei tempi, funzionava con lo stesso schema, seppure con squadre di autentici campioni, "Canzonissima". E sarebbe utile prendere in considerazione questa formula competitiva, con le eliminatorie e i duelli, anche per rivitalizzare Sanremo. In modo da trasformare il Festival in una kermesse di tre o quattro mesi, con tanti saluti e baci a tutti quelli che si lamentavano perché una settimana era troppo. Altrimenti, non sarà un Bonolis a salvare la rassegna sanremese. Dice: ma i cantanti di fama non parteciperebbero a una gara con vinti e vincitori, morti e feriti. Mah, è da vedere. Con i chiari di luna attuali, i cantanti devono darsi da fare. E poi, adesso i famosi big ci vengono, al Festival? Neanche per sogno. E allora, se serve un’idea, eccola. Si unifica Sanremo con la lotteria di Capodanno. Si comincia la gara a novembre, il 6 gennaio si fanno le estrazioni per il montepremi, a febbraio gran finale di tre giorni sulla Riviera. Presentatore, chi vi pare (a me piace anche Morgan, purché cambi l’acconciatura). Altrimenti, se credete che i miracoli sono possibili, tenetevi Bonolis, o chi per lui: e poi la prossima volta riprenderemo il dibattito sulla crisi finale di Sanremo.

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