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Saranno sempliciotti, ma non sottovalutiamoli

25/01/2001

Non abbastanza illuminata dai fari del pensiero di Fabrizio Rondolino, alla sinistra il "reality show" non piace. In effetti, la transizione da Bobbio e Foa a Pietro Taricone è una discontinuità filosofico-politica così disturbante da lasciare senza fiato tutti quelli del paese normale e del giacobinismo mite. Tuttavia se ne incuriosisce, la sinistra. Se ne sta lì, telecomando in mano, chiedendosi che cosa è successo. Con il dubbio che i quasi dieci milioni conquistati da Taricone nell’Uno contro tutti del "Costanzo show" siano alla fine un partito: fluido, scivoloso, imprendibile ma pur sempre un partito. Inafferrabile per tutti ma un po’ più inafferrabile dalla sinistra e dalle sue categorie. Le consolazioni convenzionali hanno il difetto immanente di venire scalfite dalla continuità della presenza in video. La cultura in panni accademici concedeva infatti alla popolarità di Pietro, Cristina, Marina, Rocco e tutti gli altri un successo istantaneo ma effimero. Il tempo, l’inabilità, il dilettantismo, l’afasia avrebbero poi rimesso le cose a posto. Il modulo del marziano a Roma avrebbe riportato nell’anonimato i protagonisti del "Grande Fratello". Eppure il dubbio rimane, velenoso. Perché alla fine di uno sconvolgente esperimento socio-politico non resta solo la consapevolezza che chiunque può essere re per 100 giorni. E se poi quello impara? Se quella si toglie l’accento, se quell’altro migliora l’attitudine a stare in scena? In sostanza, che cosa succede, quali sono le implicazioni generali se accadrà di non riuscire a levarsi dai piedi i dieci piccoli italiani del Gf? Il Grande Dubbio si può riassumere così: d’accordo, l’"ordinary people", come dice Maurizio Costanzo, ha conquistato il peak time, sfondando i confini fra spettacolo e vita quotidiana. Se fosse tutto qui, poco male. Ma se invece la stessa "ordinary people", eccitata dal gioco, cominciasse a reclamare un analogo accesso all’area della politica e tutto il potere al popolo? Sarà una proiezione fin troppo anticipata, tuttavia, che brividi. Come se i partecipanti ai focus group di Rutelli si stufassero e chiedessero un posto da ministro. Via tutte le mediazioni, le famiglie politiche, la Bildung pubblica. Qualcosa in più anche rispetto alle ipotesi post-politiche del politologo Robert Dahl, che aveva ipotizzato un "minipopulus" composto da 1000 persone a caso, per affiancare le istituzioni rappresentative nella discussione di issue fondamentali. Se la task force dell’Italia media resiste in scena, la scena è aperta anche per tutti gli altri. Nel 1994 gli sfottò a Berlusconi si sprecavano. Lui si qualificò, nei confronti della politica, come "un sempliciotto". Lo schema c’era già: adesso ci sono le avanguardie.

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