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S’avanza il cattolico da combattimento

28/11/2002

Di nuovo, nel panorama culturale italiano, non ci sono solo i "new" global. C’è anche una figura particolare di cattolico, il quale è "new" nel senso che in precedenza non ha mai avuto un rilievo particolare sulla scena pubblica. Nella nostra storia politica, la figura culturalmente prevalente del cattolico è stata identificata quasi sempre nell’esponente della sinistra: vuoi nella variante del democristiano progressista, il "cattolico democratico" o il dossettiano, vuoi nell’espressione del cattolico del dissenso, vicino al Pci, spesso inquadrato nella pattuglia degli indipendenti di sinistra. Negli ultimi anni invece, dopo il tramonto della Democrazia cristiana e il rattrappimento del Partito popolare, è emersa una figura inattesa: cioè il portatore di una specie di orgoglio cattolico, rivendicato come un’identità che si nega alle mediazioni. Un cattolico esplicitamente di destra, o almeno connotato da una fortissima opposizione alla sinistra. L’anticomunismo democristiano, che in precedenza si era sviluppato soprattutto in chiave di concorrenza al Pci sul piano sociale, è divenuto progressivamente uno stigma in sé. Chi ha assistito almeno a qualche passaggio del programma di Antonio Socci, "Excalibur", è rimasto colpito dall’intenzione esplicitamente revanscista di certe concatenazioni di pensiero. Il clima della trasmissione è stato intonato dall’illustrazione di aspetti fideistici, quando non miracolistici, come nell’ormai celebre introduzione sulla madonna di Medjugorie; nella seconda puntata è apparsa formidabile la conclusione dettata da Socci, che praticamente ha chiesto agli ospiti in studio, da Giuliano Ferrara a Pietrangelo Buttafuoco e ad Antonio Polito, quale fosse il loro rapporto con la fede. Vale a dire se credevano in Dio. Il cortocircuito fra trash televisivo e fede individuale è una novità assoluta, almeno al livello del talk show politico. Ma questo aspetto che tenta di spettacolarizzare la dimensione più intima della relazione fra immanente e trascendente è forse secondario rispetto alla rivendicazione continua del cattolicesimo come metro di giudizio mondano. La combinazione di pensiero di destra e di cattolicesimo conservatore, se non autenticamente reazionario, conduce infatti all’individuazione della connection fra ideologie anticristiane (in primis naturalmente il comunismo) con il pacifismo no global. Ora, che possa esistere un legame fra il massacratore comunista Pol Pot e il pacifismo dei movimenti antiglobali è una tesi sostenibile solo a un patto: cioè che il mondo contemporaneo sia in piena guerra civile globale, e che il cristianesimo si trovi sulla linea del fronte, attaccato da nemici determinatissimi a imporre la propria identità. È vero che i cristiani sono attaccati e combattuti, spesso uccisi, dalle frange radicali di alcuni movimenti islamici. Ed è altrettanto vero che non si può essere pacifisti a senso unico. Ma ciò che risulta perlomeno singolare, hic et nunc, in Italia, è l’uso pubblico del cattolicesimo come ideologia di revanche. Con il risultato eccentrico che i sostenitori di una fede simil- vandeana, nel nome dell’anticomunismo, risultano tra i fautori più convinti dell’esperienza politica di Silvio Berlusconi. Sotto questa luce il capolavoro sincretistico di mettere insieme la fede cattolica con il sostegno al grande scristianizzatore è uno dei più audaci tentativi culturali praticati nell’ultimo decennio. Si capisce che una personalità con l’intelligenza capziosa di Gianni Baget Bozzo possa vedere in Forza Italia la reincarnazione del "partito cristiano al potere", e in Berlusconi il continuatore di De Gasperi. Ciò che si capisce meno è dove sia invece l’attualità di una posizione cattolica che agisce brandendo la spada contro gli infedeli: a meno che non si percepisca l’Italia come un paese ancora attraversato dalle lacerazioni di una guerra di civiltà, e che le sinistre anticristiane o secolarizzate costituiscano davvero una minaccia contro la cristianità. Nel qual caso, è giusto estrarre la spada dalla roccia: quanto al Graal, niente paura; è in offerta speciale nel primo supermarket raggiungibile.

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