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Scomodo reporter

12/03/2009

A qualcuno non piace il giornalismo di Riccardo Iacona. Troppo unilaterale, addirittura "fazioso" (come di solito si dice a destra, dove la faziosità è un programma politico e sociale). Ma Iacona è un reporter che ha il pregio di puntare la telecamera sulle realtà che non si vogliono vedere. Da questa prospettiva, le otto puntate di "Presadiretta" per Raitre (in cui i suoi reportage si alternano a quelli di giovani giornalisti e documentaristi) sono esemplari. Migranti, scuola, lavoro, zingari. Proprio di Rom e Sinti parlava la puntata del 22 febbraio, dedicata alla "caccia" ai nomadi (che quasi sempre nomadi non sono), in seguito replicata su Raisat Extra. Ciò che sorprendeva, dell’inchiesta di Iacona, era il confronto tra la situazione romana e le soluzioni di Barcellona. Qui un campo di prefabbricati in estrema periferia, senza nemmeno l’acqua potabile, là un quartiere dignitoso in città. Troppo facile l’accostamento? Può essere. Comunque "Presadiretta" ha mostrato il caso dei Rom trasferiti dalla comunità in cui vivevano a Roma da decenni a un lager; mentre il servizio dalla Spagna mostrava una condizione civile (gli zingari sono 150 mila in Italia e 750 mila sotto Zapatero: ma se non si risolvono i problemi, qualsiasi numero è un problema). Troppo facile, allora, fare questi paragoni? Ciò che veniva fuori dalla puntata di "Presadiretta" era un insegnamento semplicissimo. Le realtà, anche le più controverse, vanno governate. Se si mettono i Rom in un campo all’estrema periferia della Capitale, se si lascia marcire la questione, ci si possono aspettare problemi continui. Per risolverli, si potrebbe abrogare Iacona. Ma non è una soluzione.

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