E poi dicono che i reality vanno male. Semmai fanno ascolti bassi gli show fiacchi, le ripetizioni stanche, i programmi senza l’idea e senza protagonisti credibili. Ma quando l’idea traspare, affiora, si manifesta, aleggia in uno studio televisivo, il reality show trionfa. Di recente, a parte le pupe e i secchioni, il migliore è stato "Gnocca senza testa", andato in onda durante il programma di Michele Santoro "Annozero". I protagonisti erano figure insigni come i professori Giulio Sapelli e Renato Brunetta, con figure televisivamente eccellenti come Filippo Facci e Marco Travaglio. La struttura del reality è la seguente: si fa risuonare fuori onda o fuori show un insulto molto mondano e chic rivolto a una giornalista presente, nel caso Rula Jebreal, o a una testimonial come la gentile signorina Borromeo. Poi si informano le agenzie di stampa e si assiste allo spettacolo postmediatico, che nei giorni successivi diventa frenetico. Chi è stato? Chi viene "nominato"? Chi è il colpevole? Uno grande e grosso o uno piccolino ed energetico? Il biondino o il moretto? Altro che "La tv del sommerso", documentatissimo saggio di Aldo Grasso sulle reti locali, appena uscito per Mondadori: questa è la tv dell’emerso; e la discussione è subito nazionale o addirittura "glocal" Si apre infatti subito il dibattito, che si concentra sugli accusati, indagandone psicologia e stile, vezzi lessicali e abitudini salottiere. Boutade accademica o boutade giornalistica? Senso di superiorità di sinistra o sana volgarità di destra? I professori declinano le responsabilità, i giornalisti non sono in grado di affibbiarle. Ricognizioni più accurate mettono in campo ipotesi sofisticate: forse l’espressione scandalosa era «gnocca senza testo», nel senso che mancava lo script? C’è un problema di infratesto, di paratesto, di fuori di testo? Sui quotidiani le polemiche infuriano. A questo punto varrà la pena di depositare il format, magari intitolandolo "La Pupa e il Cazzone": e aprire forum, blog, gruppi di discussione, focus group. Fare intervenire il mondo laico, gli ambienti cattolici, sentire il parere di Crozza e Fiorello. Naturalmente le pupe insultate devono stare al gioco, mai intervenire, mai rispondere. La gnocca deve fare lo gnorri. Il vincitore verrà deciso dal pubblico a casa, con opportuni sms. Serata finale in cui un gruppo di pupe e uno di fresconi si insultano a vicenda. E lo share si impenna.
23/11/2006