Ma il centrosinistra fa poi bene o fa male alla televisione pubblica? O per la precisione: fa bene o fa male ai televisivi? Recenti litigi, risse verbali e scritte, ordalie clandestine, vendette promesse, interviste minacciose, rappresaglie minacciate e altre quisquilie sembrerebbero attestare che l’Unione fa male, anzi, provoca sindromi da "homo homini lupus", induce la perfetta disunione. Altro che lo storico duello solitario fra Paolo Bonolis e Antonio Ricci: qui si è vista una bella successione di "scazzi & sgarri", con la Rai ridotta a quello che talvolta i migliori editorialisti definiscono "un campo di Agramante" (ma non chiedete all’editorialista chi sia o che cosa sia Agramante, non lo sa nessuno). Agramante o no, ecco Fabio Fazio contro Fiorello in seguito a invasione di campo; voilà Daniele Luttazzi, ancora fuori dall’etere, schierato contro il presunto qualunquismo casalingo di Luciana Littizzetto; e infine, infine per ora, la faida settimanale tra il Michele Santoro di "Annozero" e il "Ballarò" di Giovanni Floris, a colpi di share. Insomma, ce n’è per tutti i gusti. Ah, che bei tempi quando tutti erano passibili di possibili editti bulgari, e dunque la solidarietà regnava nell’etere. Gli ostracizzati di tutto il mondo si univano, dato che non avevano da perdere niente se non le loro antenne incatenate. Ma adesso, eh, adesso la situazione è cambiata. Adesso vige l’Auditel, contano soltanto gli ascolti. Per un Biagi che come al solito sbanca, qualcun altro arranca. Prendere partito per questo o per quello non serve a niente: l’homo televisivus, sottospecie dell’homo mediaticus, sotto il regno del centrosinistra si rivela per quello che è. Un cacciatore di ascolti, un predatore di telespettatori. Senza pietà per nessuno. Sicché Fiorello è buono e bravo, anzi ottimo e bravissimo, ma se invade lo spazio-tempo di Fazio la convivenza diventa sanguinosa. E intanto sono nati o stanno per nascere diversi partiti: c’è la tv di sinistra radicale, capeggiata da Santoro, e la tv di sinistra riformista, guidata da Floris. C’è il movimento fazista e il blocco fiorellista, su cui non sono prevedibili larghe intese. Conclusione: l’unità nazionale si è spezzata. Ci sarebbe una sola persona capace di rappattumare i cocci, e naturalmente è Walter Veltroni: il quale però si è dato alla festa del cinema. Mentre al momento si tratta di fare la festa alla televisione.
26/10/2006