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Serial in divisa di

05/03/2009

Ci sarebbe da chiedersi di nuovo perché in una società vagamente anarchica come la nostra abbiano sempre un inevitabile successo in tv le forze dell’ordine. E subito dopo si potrebbe organizzare un referendum fra gli ultimi due serial in materia poliziesca e poliziottesca: 1. "L’ispettore Coliandro" (Raidue); 2. "Il commissario Manara" (Raiuno). Dunque, per capirci qualcosa: Coliandro, investigatore di Bologna, è una creatura dello scrittore Carlo Lucarelli interpretato da Giampaolo Morelli, regia dei Manetti Bros. La definizione di "braccio maldestro della legge" attira immediatamente simpatia, e il fatto che Coliandro evochi alla lontana Thomas Milian, e sia particolarmente pasticcione e imbranato, conferisce sfumature non proprio ovvie a questa fiction. Quanto al commissario Luca Manara, ha sbancato gli ascolti. Innanzitutto ha un bel nome, sonoro, irresistibile. Basta dire "Luca Manara" e si riempie mezza puntata. Poi tratta di un mezzo poliziesco e mezzo sentimentale, ambientato nel centro Italia. Manara (Guido Caprino), moto e giubbotto, ha una vicenda pregressa con l’ispettrice Lara Rubino (Roberta Giarrusso), e questo genera curiosità: le storie fra poliziotti, carabinieri o fiamme gialle hanno sempre un alto tasso di interesse popolare. Noi naturalmente, per questioni campanilistiche, abbiamo una lieve inclinazione per Coliandro. Ma naturalmente siamo pronti a toglierci il cappello, e anche i gradi e le mostrine, oltre che il giubbotto, se invece il referendum premierà Manara. Marescialli, ispettori, commissari: ma allora, vista l’abbondanza, a che cosa servirebbero le ronde con gli appuntati e i brigadieri pensionati?

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