Basta un po’ di zapping per incrociare la seconda edizione dell’"Isola dei famosi" (su Raidue e Sky) e chiedersi perché tanti semi-vip accettino di partecipare a questo festival del sadismo nazionale. Ci guadagnano poco: dopo la fiammata di popolarità, i protagonisti della prima edizione sono riprecipitati nel semi-anonimato. L’eroe, il selvaggio, il disumano protagonista dell’anno scorso, Adriano Pappalardo, è riuscito a ottenere una comparsata a Sanremo, con una canzone così brutta da far dimenticare si teme per sempre i suoi meriti di autore d’avanguardia (ebbene sì, non c’è solo "Ricominciamo": prendere nota della collaborazione con Panella e la supervisione di Battisti in "Oh! Era ora"). Quest’anno "L’isola" ha vissuto alcuni momenti epici a causa di una crisi di dissenteria e di una rissa fra donne, ma l’acme della di?scussione è stato raggiunto sulla partecipazione di don Antonio Mazzi alle serate in studio con Simona Ventura. In sé, don Mazzi è un personaggio adattissimo al programma. Una volta, in una qualche "Domenica In", chiese a Mara Venier se non le capitasse mai di augurare una crisi di emorroidi a qualcuno antipatico. Vale a dire che il personaggio c’è, adeguato alla trasmissione. Mazzi è un prete democratico, di larghe vedute: non si dev’essere posto il minimo dubbio sull’opportunità di fare il prete ospite in un programma come "L’isola". Poi una qualche autorità ecclesiastica deve essere intervenuta, perché purtroppo nelle sedi cattoliche apostoliche romane non sono ancora arrivati a conquistare la modernità, e messo alle strette anche Rocco Buttiglione confesserebbe che apprezza di più "La monaca di Monza" che non il "Grande Fratello"; e quindi don Mazzi è stato incenerito da una bolla sub- papale, così impara a fare il mondano nei reality. Sicché ai grandi protagonisti dell’"Isola", da Kabir Bedi a quell’Ana Laura Ribas che non ha avuto scrupoli nel dichiarare «sono davanti all’ultima occasione della vita», rischia di mancare un contributo spirituale autentico. Si può sperare in quello di Massimo Caputi, avvertendolo però che sull’"Isola" non c’è confine tra chi è dentro e chi fuori, e il conduttore di oggi può essere il recluso di domani. Sicché anche don Mazzi potrà essere un protagonista, la prossima volta. Si spera con il viatico di don Buttiglione.
28/10/2004