gli articoli L'Espresso/

Totò è un regalo dell’estate

26/08/2004

I palinsesti estivi sono vuoti, ma anche in agosto ampie categorie guardano la tv: quelli che non vanno in vacanza perché l’hanno già fatta, i poveri tout court, gli intossicati che senza tv stanno male, quelli che hanno un paio d’ore libere, in ferie o no, nel pomeriggio e la sera. Per queste fasce sociali la tv estiva è dono del cielo, perché non trasmette nulla, e quindi anche i tossici si sentono liberi da obblighi. Ci si allunga sul divano, magari con le persiane abbassate sotto la calura, senza neanche consultare prima le pagine dei programmi. Perché la tv d’estate non tradisce mai. C’è sempre un film, un filmetto, un filmone da vedere. In questi pomeriggi in cui non si va in spiaggia, non si passeggia sugli alti sentieri, e in città c’è troppo caldo per lavorare, sono passati in questi pomeriggi alcuni film di Totò, a cominciare da "La banda degli onesti", che non è neanche un film, ma un trattato di come due grandi attori (l’altro è Peppino De Filippo) occupano le inquadrature con la loro gestualità corporea (ci si ammazza dalle risate a vederli litigare). Visto anche "Il monaco di Monza" e "Totò diabolicus", da cui si capisce che quando in Italia si facevano film di genere c’erano caratteristi supremi che ci campavano, altro che dilettantismo dell’intrattenimento tv contemporaneo, anche quando i film erano una mezza schifezza, tolti eventualmente due brani in cui Totò e Peppino facevano numeri comici cosmici. In altre ore, visti "Poveri ma belli", "I soliti ignoti" che è il più grande film del cinema italiano, "Audace colpo dei soliti ignoti" che ne è il sequel anche se allora non si diceva così, "Fumo di Londra" con Sordi che parla in inglese senza didascalie. Eccetera. I film d’estate, meglio se in bianco e nero, hanno un’ottima caratteristica: che non c’è alcun bisogno di vederli, perché li si è già visti. Quindi non ci sono urgenze di informazione o di curiosità. in poche sequenze si ricorda tutto il film o quasi, e a quel punto ci si può disporre alla visione senza ansia, e senza nessun senso di colpa per l’eventuale abbiocco. Anzi, una bottarella di sonno è augurabile, perché fa bene. La palpebra si abbassa, e mentre Totò e Peppino («Caro signor lo Turso»… «Lo Turco!») battibeccano prima di stampare il diecimila, il mondo si allontana senza angoscia e l’animo grato mormora addio, addio cari, e alla prossima estate.

Facebook Twitter Google Email Email