Un esempio di televisione di alto, o altissimo, livello culturale si è avuto su Raitre il 25 settembre, quando in prima serata è andato in onda il film documentario di Alberto Melloni "Il Concilio. Storia del Vaticano II". Il film di Melloni (regia di Nicola Vicenti, ricerche di Fania Pedrelli, con la collaborazione di Fabio Nardelli e Federico Ruozzi, montaggio di Andrea Masella) fa parte del ciclo "La grande storia", curato da Luigi Bizzarri, ed è a tutti gli effetti un esempio di narrazione storica televisiva. «Fazioso e brillante come sempre», ha scritto Giuliano Ferrara di Melloni e del suo film; ma la definizione migliore è un’altra. Melloni, infatti, sulle note ricorrenti della dylaniana "The times they are a-changin’", introduce nella storia del Concilio un elemento continuo di drammaticità. Si avverte la stessa tensione che deve avere attraversato la grande assise cattolica nel formarsi di una maggioranza e di una minoranza fra i padri conciliari, e sull’orientamento complessivo che il Vaticano II doveva assumere. Tradizione o innovazione? Secondo Melloni, per la Chiesa il Concilio è stato un’occasione per fare i conti con la modernità, ed è logico quindi che il corpo ecclesiastico fosse percorso da una specie di brivido, fra le spinte innovatrici e le resistenze dei padri conservatori, fra chi voleva la collegialità dei vescovi e chi si afferrava al potere esclusivo del papa. Temi culturalmente complessi, raccontati e spiegati con competenza e chiarezza, attraverso un patrimonio immenso di documenti filmati. Di tanto in tanto, fra la tv spazzatura, appare qualche perla. E si sa che le perle non vanno giudicate solo con il metro dello share.
08/10/2009
TELEVISIONE