Si prova a guardare il programma di Luca Barbareschi per La 7, "Barbareschi Sciock" per ragioni tutto sommato misteriose. Per il gusto dell’orrido suscitato da alcuni suoi programmi precedenti, ma forse soprattutto per la curiosità destata dall’interrogativo "come sarà diventato adesso". E difatti Barbareschi non delude: ex bell’attore, intellettuale fra gli uomini di spettacolo, sinceramente di destra, eccolo di nuovo qua, in pieno trash. Benvenuto, Barbareschi! Certo, a guardarlo bene il Luca attuale è piuttosto intruzzito. Sarà ingrassato la sua bella decina di chili, e si vede perché sono sparite le rughe, stirate dall’aumento di peso. È una felicità lipidica, che però rende un po’ fermo lo sguardo. Sicché Barbareschi resta meno sveglio di quello che sarebbe necessario a un programma come il suo. Programma, per intenderci, che si colloca nella zona bassa della qualità televisiva. Ma non importerebbe poi molto. Il programma di Barbareschi tocca da vicino il trash, anzi, ci sguazza. Ma fare il trash, amici miei, è difficile, certamente più difficile che tentare di fare televisione "alta". Per la televisione di qualità basta un tantino di cultura, qualche libro, ospiti illustri, scrittori, direttori d’orchestra, registi di moda. Mentre per il trash ci vogliono idee. E le idee non si trovano appollaiate sugli alberi. Per questo il programma promette molto più di quanto non mantenga. Una certa fantasia nella scelta degli ospiti non salva la trasmissione da un che di forzato, poco spontaneo. Alla fine, "Barbareschi Sciock" finisce nell’elenco dei programmi sprecati. E come per tutte le trasmissioni "sperimentali" è un peccato.
11/02/2010
TELEVISIONE