Come bambini abbiamo creduto a tutte le prescrizioni alimentari che ci sono state propinate nei decenni. Siamo stati vittime di un infantilismo dietetico che ci ha consegnato alle superstizioni più indimostrabili. Adesso però abbiamo il libro antidoto, In difesa del cibo di Michael Pollan (Adelphi). Innanzitutto, è promettente che a occuparsi delle mitologie dell’ alimentazione sia un editore che sul mito ha costruito un catalogo. In secondo luogo, il saggio di Pollan è un magnifico esempio di disincanto. Anzi, di laicità alimentare. Se si vuole, anche di dissacrazione. Insegna a diffidare delle diete ipolipidiche, a guardare con legittimo sospetto alla dieta mediterranea, a considerare con simpatia i valori del colesterolo, e a giudicare con animo scevro da pregiudizi le abitudini gastronomiche demonizzate dai nutrizionisti. L’ unico comandamento è di mangiare bene. Evitare i falsi cibi all’ americana, quelli che fanno diventare obesi senza aggiungere al corpo un filo di trigliceridi e che della sostanza commestibile «hanno solo la parvenza». Quindi: «Se davvero vi sta a cuore la vostra salute, evitate i prodotti che si dichiarano salutari». I bambini e i rimbambiti delle diete questa volta ringraziano. Di cuore. E di pancia.
12/12/2009
R2 CULTURA
SABATO