Tra i fenomeni singolari avvistati durante l’agonia e i funerali del papa, con i dilemmi sul che fare, "the show must go on" come vorrebbero i Queen, oppure ci si mette in lutto?, una delle soluzioni più curiose è stata quella di Mtv. In sintesi: sospensione della programmazione normale, video di canzoni "tristi", e nel sottopancia gli sms del pubblico giovane (100 mila in meno di una settimana). Si sa che viviamo tempi televisivi, al punto che la folla raccolta in San Pietro, all’annuncio della morte di Karol Wojtyla, applaude. Normale, se è vero il giudizio di Bill Clinton sulla presenza scenica del papa: «Una rockstar». Eppure pregano, a loro modo, i ragazzi che mandano i messaggi a Mtv, e li vedono passare in sovraimpressione durante un video di Moby. Ci sono i figli dell’infantilismo, che dicono «Karol, sarai sempre il nostro papino», e ci sono quelli sformati dal gergo giornalistico e tv: «Un pontefice che ha lasciato un’impronta…», «un impatto fortissimo sul mondo globalizzato…», come se avessero sessant’anni e non 20, perché a 20 nessuno dovrebbe usare le parole pontefice e impatto. Comunque, quei messaggi segnalano che tutto è comunicazione, tutto è televisione possibile e praticabile, anche se alla maniera adolescenziale: «Giovanni Paolo sei stato… grande!…", con il normale abuso di puntini, esclamativi e maiuscole che praticano in questi casi gli adolescenti e Vasco Rossi. Comunque, si capisce che è sempre questione di misura. A Roma il troppo volonteroso capo della Protezione civile Bertolaso voleva sospendere il concerto romano dei Queen, vedi caso. Ignaro, il poveretto, che lo show è lo show, and must go on. Difatti i Queen l’hanno mandato a quel paese. La soluzione-Mtv ha salvato capra e cavoli: intanto le canzoni tristi sono generalmente più gradevoli del pum pum normale, dell’hip hop, del fastidio quotidiano del rap. Se non ricordo male, su Mtv passano raggelanti programmi di "istruzioni per l’uso" sessuale. Il che conferma che tutti ammirano il papa e nessuno segue i suoi moniti in materia morale. Ma in fondo si può capire che nella società scristianizzata il mezzo è il messaggino, la preghiera può diventare elettronica, e dunque non ha tutti i torti chi scrive «Veglia su di noi anke da lassù».
21/04/2005