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Videodracula

12/08/2004

Ultimo avvistamento di Gabriele La Porta, martedì 27 luglio in tarda serata, su Raidue. Il programma si chiamava "Guarire: gli amori folli" ed è stato un autentico one man show, visto che la presenza di Stefania Quattrone era un puro complemento della scenografia laportiana. Ora, La Porta è irresistibile. Responsabile del palinsesto notturno della Rai, è una specie di bellissimo vampiro, una creatura della notte che appare quando le vittime meno se l’aspettano. Non appena lo si vede, può venire la tentazione di porgere il collo al canino omicida dell’arcangelo dannato Gabriele, e farsi succhiare il sangue. Il gioco vale la candela. Nel parlare degli amori folli, La Porta si è esibito in uno straordinario riassunto della passione fra Enea e Didone, e poi in una formidabile sintesi del sentimento di Romeo e Giulietta. Dicono che il vampiro Gabriele era un giornalista: ora è l’ultimo epigono di Carmelo Bene in circolazione. Oppure l’ultimo interprete di Armando Verdiglione. L’ultimo discendente di Cagliostro. L’ultimo alchimista. La Porta vive in un mondo che esiste solo in televisione, un mondo di enigmi, di incantesimi, di magie, sostanzialmente di supercavolate (almeno per gli empirici, gli analitici, gli anglosassoni). Ma se invece uno è cresciuto culturalmente, mettiamo, su "Siddharta", la ricerca del Graal, Otto Rahn e il mito che uccide, i Rosacroce, il "puer aeternus" di James Hillman, il Tao della fisica e altri esoterismi, la seduta spiritica nottambula di La Porta risulterà un cult imperdibile. Ci crede, l’angelo caduto Gabriele, o non ci crede? Lo è o ci fa? Ma dai che ci crede! È il primo sacerdote e il fedele più fedele della propria religione. Religione draculesca, religione perversa: se ne accorgesse la Cei, emetterebbe fulmini contro questo teatrino che contiene un falso neoclassico nell’arredo e un vero gnostico nella sapienza dottrinaria che viene diffusa via etere. Trasversale politicamente, sempre sulla cresta dell’onda televisiva, e drammaticamente vicino alla cresta dell’onta culturale, Gabriele La Porta interpella la coscienza degli spettatori notturni, ponendo domande aperte, domande hillmaniane e gnostiche, domande eretiche e totali. Cambiare canale, come suggerirebbe la fredda razionalità? Oppure guardare l’abisso fino in fondo? Elevare La Porta alla santità televisiva, in quanto strampalato freak di genio? Oppure seguire i dettami antivampiristi, e piantargli un paletto di frassino nel cuore?

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