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Vieni avanti, creatino!

09/08/2001

Temporibus illis, ci si interrogava perplessi al caffè sugli amori delle ali sinistre, chiedendosi se fosse vero che lo juventino Stacchini aveva avuto una love story rivierasca con la giovane Raffa. Ne chiacchierava fra le righe il "Guerin sportivo", che era il settimanale cultural-scandalistico del calcio domestico. Gli altri giornali sportivi, muti. Era l’epoca in cui i critici mettevano in conto l’annus horribilis per il centrocampista appena sposato, perché il talamo nuziale era untuosamente considerato il primo nemico della vigoria atletica. I luoghi deputati della fama, della visibilità e del successo erano fuori dallo stadio. Tra Ira Fürstenberg e Sandrino Mazzola, tra Farah Diba e Omar Sivori i rotocalchi non avevano il minimo dubbio. I grandi dualismi patinati riguardavano tutt’al più Callas e Tebaldi, Loren e Lollo, con Moravia e Pasolini eventuali second best. Più tardi, a via Veneto come via trucis del jet-set sarebbe succeduta la Statale di Mario Capanna in quanto cattedrale dell’avanguardia. Ma i calciatori restavano parte dell’immaginario di frange maschili, o al massimo degli uzzoli del machismo di Pier Paolo. Donne allo stadio, solo qualche fanatica. Con portieri e terzini si mettevano soltanto quelle più sgherre. Negli anni formidabili, la riscossa sociale del terzino non sarebbe stata presa in considerazione dai movimenti: riusciva difficile considerare un calciatore come compagno di strada, e anche come servo dei padroni, simbolo del capitalismo più fesso, bah. Che cosa sia successo poi, per proiettare un trequartista e il suo look fighetto nel libro dei sogni sexy, è un tema praticabile di antropologia culturale. Per dire, Michael Schumacher è un idolo pop, ma non attrae torme di adoratrici: troppo distante, siderale, asettico. Mentre un calciatore medio, debitamente muscolato, bombato o ormonico naturale, è "one of us", molestabile in discoteca da una tosta bad girl qualsiasi. Non occorre che sia un talento della "cool Britannia" come il glamoroso Gary Beckham autore di exploit "animali" con la riconoscente Spice. Una preda erotica calcistica rappresenta la via più breve fra l’anonimato e la celebrità; oppure l’acceleratore keynesiano di notorietà precarie e futili. I braudeliani "giochi dello scambio" nel calciomercato e gli accoppiamenti senza pregiudizi complice il backstage dei talk show facilitano l’iscrizione dell’atleta nell’orbita mediatica, mentre la coppia di belli e vincenti assume un alone di glamour fatale: anzi, si trasforma in schema dell’amore ai tempi della ripartenza, nella stagione in cui il flirt deve essere bruciante come un contropiede, con l’estate quadricipite che sancisce, come no, la prevalenza del creatino.

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