Si sono lette numerose interpretazioni su Pippo Baudo duramente battuto il sabato sera da Maria De Filippi. Le spiegazioni sono tutte convincenti. Lo show di Baudo è tradizionale. Visto, per esempio, a "Serata d’onore" un ottimo esempio di televisione d’antan, con una bella conversazione del Superpippo con Mariangela Melato. Ma la tv in smoking può combattere ad armi pari contro la tv da condominio? Ma no. L’audience del sabato sera è quella di sempre, anziana e prossima all’abbiocco. Va tenuta sveglia con storie rassicuranti: se è il caso, alcuni telegiornali provano perfino a oscurare l’attacco terrorista di Mumbai, tanto per non disturbare la tranquillità delle nonne. Quindi, coperte sulle ginocchia, camomilla, tisane. Per certi versi Baudo rappresenta la mondanità, i lustrini, il salon, suoni e luci. Tutta roba troppo distante dalla vita reale di questi tempi. Molto meglio le storie domestiche di "C’è posta per te". Sono vicende che potrebbero accadere in qualsiasi casa popolare, che suscitano la curiosità degli inquilini. La palpebra si solleva, l’occhio si muove. C’è posta per te! Invece, Baudo, poveretto, si sbatte nel nome di una tv in cui c’erano i balletti e l’orchestra, il presentatore in abiti ufficiali, gli ospiti, la presentazione di un prestigioso o caciarone film natalizio, l’ultimo successo del cantante Pincopalla. No, troppo internazionale, troppo patinato, troppo scintillante. L’Italia vuole spettegolare, guardare dal buco della serratura. Anzi, a pensarci bene le storie della De Filippi sono un po’ troppo sofisticate. A quando un format con la lite del portiere e l’assemblea di condominio per cambiare l’amministratore?
11/12/2008