gli articoli LA STAMPA/

FRIZZI? INNOCENTE

23.07.1996
SPORT
FUORI PISTA

«Di Donna, la pipì è d’oro», titolava lunedì il Corriere della sera a proposito dell’«odissea della provetta»: e chissà che risate (argentine, non d’oro) in redazione per il doppio senso, a metà fra un verso dannunziano apocrifo e una pubblicità anni Trenta. Ah ah ah, avrebbe commentato Fabrizio Frizzi, incurante del crescere della protesta contro di lui e contro il suo programma Atlantam-tam, subito ribattezzato Atlan-bla-bla. Ma qui bisogna spezzare una lancia a favore di Frizzi. Se l’hanno mandato alle Olimpiadi è perché, con ogni evidenza, la Rai pensa che i Giochi del centenario valgano più o meno, anzi sicuramente meno, di un’edizione di Scommettiamo che. È un’idea di puro buon senso. Dal punto di vista del palinsesto, una mezz’ora di sollevamento pesi non vale un minuto di spettacolo in cui un energumeno trascina un tir con i denti. E poi c’è il caso specifico: siamo sicuri che le famiglie avrebbero gradito la visione di una ciclista che si chiama Imelda Chiappa? (Dibattito in redazione sul titolo: Chiappa d’argento? Argento alla Chiappa?). Il fatto è, devono avere pensato alla Rai, che per gran parte del loro svolgimento sono una routine da far cascare lo share. Anonime batterie nel nuoto, pugili piccoli e frenetici, canottieri, ginnasti, lottatori tutti tristissimi. Occorre ravvivare, avvicinare ai misteri dello sport le mamme, le zie e i bambini, cercare se si può l’aspetto confidenziale, la dimensione da salotto domestico. Se poi si perde qualche minuto di volley, e se ieri l’esercizio di Chechi era disperso fra una pubblicità e una chiacchiera, tifosi e sportivi faranno il piacere di sopportare pazientemente, dato che nell’audience sono una piccola minoranza. Accade sempre così, quando la tv di Stato si assume il compito pedagogico di avvicinare gli italiani a qualcosa di "difficile", di tecnico, insomma di intrinsecamente noioso. Può trattarsi dello sport o del melodramma, la sostanza non cambia. Lo si affida a un intrattenitore che familiarizza con gli ospiti chiedendo con lieta melensaggine: ci vuole la mano ferma, eh, per tirare al bersaglio? Il dramma di Bohème ti sembra ancora attuale? Ma perché i nuotatori si depilano? Ecco fatto, tutto ridotto a una dimensione "media", "fruibile", "popolare". Come esorcismo, in vista delle finali di nuoto, segnarsi un titolo: "L’oro per un pelo". Non si sa mai, può sempre venire buono.

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