gli articoli LA STAMPA/

GIU’ LO ZIP DEL BODY

01.08.1996
SPORT
FUORI PISTA

«Ma dove vai, bellezza in bicicletta»: la memoria lontana del ballabile di Marchesi-D’Anzi (1951) è quasi un riflesso condizionato di fronte al successo nella prova di mountain bike di Paola Pezzo, veronese, che va «così di fretta pedalando con ardor», con «le gambe snelle, tornite e belle», e soprattutto quella scollatura, oh quella scollatura, che ha ipnotizzato le telecamere americane e il pubblico del pianeta. E quindi per i giornali sarà stata una fatica del diavolo evitare i giochi di parole nei titoli, la gara presa di petto, fuori di seno per l’oro: ed è meglio smetterla subito, altrimenti si infrangono i comandamenti del politically correct. Eppure quell’inopinato décolleté ha acceso la fantasia dei giornalisti e della platea televisiva. Dev’essere perché di solito non si riesce a considerare sexy un’atleta. Anche le più belle, le più statuarie, hanno sempre un che di distante, qualcosa di scultoreo, perfetto ma irraggiungibile, e quindi neanche desiderabile. Invece quando quel gran Pezzo della Paola (pardon), sotto il sole torrido del percorso, ha abbassato la zip del body, è stato un autentico Strappo alla Regola. Era come vedere la severa istitutrice alla festa di chiusura del collegio con un abissale spacco sulla coscia. Era il gusto furtivo, nei film degli anni Cinquanta, di vedere una casalinga a cui cade la spallina della sottoveste mentre è indaffarata con il bucato. Sono piaceri eccezionali perché rari, inattesi, sorprendenti e che quindi giustificano con la scusa della curiosità per l’Evento l’improvvisa inclinazione al voyeurismo. Abbiamo quindi imparato quasi tutto, del nuovo sex symbol, che è stata «allenata affettuosamente» da Paolo Rosola, che ha vinto un mondiale tre anni fa. E soprattutto che in quell’occasione ha posato in smoking, da vera modella, sopra la maglia iridata. Tombola. Perché chi riuscirà, fra le case produttrici di abbigliamento intimo, a resistere alla tentazione di infilare un reggiseno al seno più scoperto dell’Olimpiade? E quindi per la trionfatrice Paola Pezzo ci si può aspettare un luminoso destino come indossatrice. Molto presto la vedremo con addosso straordinari wonderbra, prodigiosi push-up, insomma il trionfo di un «super super super reggiseno», quello che tramuta un’anonima pedalatrice in una ciclista «tutta veleno» (per chi non è indifferente alle canzonette, trattasi di un Mogol-Battisti 1973).

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