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MA ABBIAMO FATTO SCUOLA ALL’ESTERO L’ALLIEVO CHIRAC HA SUPERATO I MAESTRI

04.06.1997
SOCIETA' E CULTURA
Specialità nazionale

Il manuale dell’esorcista, con le sue prescrizioni per fare dileguare i problemi reali con soluzioni immaginarie, dovrebbe essere uno dei più tipici prontuari italiani: un libro di scuola, per tutti, un sussidiario pieno di figure classiche e attualissime come il Rovescio delle carte in tavola o il Ribaltamento della frittata. Insomma una Smorfia per interpretare i numeri della politica ed eventualmente per truccare quelli dell’economia, un Chitarrella per codificare lo Scopone scientifico politicamente mediato dal Gioco delle tre carte. Tutto plausibile e molto italiano, se non fosse che poi si vede lo spettacolo di alta cerimonia teutonica del ministro tedesco Theo Waigel, che vuole rivalutare le riserve auree della Buba, con alti strilli del cerimoniere responsabile Hans Tietmeyer. Economia by magic, confezionata come un mirabile rito sciamanico per esorcizzare il rischio di faticose nuove tasse, o di fastidiosi tagli alla spesa. Di fronte a tale ritualità esorcistica, viene la tentazione di passare direttamente ai giochi di prestigio: come ha suggerito ironicamente Clemente Mastella, si potrebbero rivalutare i monumenti: già, il Colosseo, o l’Arena di Verona. O la Fontana di Trevi: che va ancora meglio, dato che abbiamo una storia alle spalle. Permette? Commendator Trevi, si presentava Totò, cercando di vendere la proprietà del monumento all’ingenuo turista americano allettato dal miraggio della raccolta periodica delle monetine. Per esorcizzare il Parametro del 3 per cento si potrebbe vendere quote degli Uffizi o di Piazza san Marco ai giapponesi: e tenere una golden share per poter assicurare ai musei la possibilità di qualche chiusura a sorpresa, di qualche sciopero a brutto grugno, di qualche tesoro culturale perduto, immagazzinato nel sottoscala o divorato dai topi: altrimenti si perde il copyright dell’arte all’italiana. Perché l’esorcismo dovrebbe rimanere effettivamente una specialità nazionale: abbiamo le manovre di politica economica «senza tagli né tasse», come predicava Bertinotti, fondate in buona parte sulla «lotta all’evasione», che è l’esorcismo sommo, l’artifizio contro i malefici della triste scienza che promette di riuscire dove tutti gli altri, tagli e tasse, hanno miseramente fallito; abbiamo inoltre esorcismi bellissimi fatti dai monoturnisti contro i doppioturnisti: in realtà per poter tornare al sistema proporzionale. Però recenti exploit internazionali (come quello di Chirac che esorcizza l’appuntamento con la moneta unica e vanifica una maggioranza parlamentare dell’80 per cento con un formidabile, storico, irripetibile suicidio politico), stanno dimostrando che l’Italia ha fatto scuola e che gli allievi potrebbero superare i maestri. Non hanno già nazionalizzato i fondi pensione di France Télécom per esorcizzare il deficit pubblico? La rottamazione, non l’hanno applicata prima loro? E adesso, non stanno esorcizzando il modello semipresidenziale facendo di tutto per mostrarne al mondo i difetti strutturali? Ha un bel da dire il nostro maggiore politologo, Giovanni Sartori, mosso dalla volontà di esorcizzare l’elezione diretta del premier, che se si elegge come capo del governo un cretino dopo bisogna sopportarlo per cinque anni. Argomento in sé fortissimo: ma esorcizzabile agitando l’idea che i francesi, un presidente che non è un genio lo hanno eletto davvero, e se lo devono tenere anche loro, malgrado la superiorità teorica del modello. Sarà bene, per noi italiani, recuperare alla svelta: esorcizzare i secessionisti con progetti iperfederalisti, che sarebbe più o meno come combattere la mafia nazionalizzandola, o assumere i contrabbandieri come doganieri (secondo la vecchia geniale idea di Rino Formica). Inventiamoci una rivalutazione del Monopoli, con la ristrutturazione degli alberghi di Vicolo corto e Vicolo stretto, oppure una rivalutazione delle quote latte: quelle che avevano dato luogo a stalle fantasma, a mandrie virtuali, non lontane concettualmente dalla pecora Dolly o dal pulcino informatico Tamagotchi. L’ultimo esorcismo per provare a smuovere l’economia, a risollevare la domanda, a stimolare i consumi, potrebbe essere quello di vendere false quote latte in cambio di allevamenti di pulcini virtuali. Naturalmente, pagamenti in Euro, per favore.

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